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Negli ultimi anni, l’evoluzione tecnologica e la crescente necessità di uniformare i processi aziendali stanno spingendo sempre più organizzazioni verso modelli operativi centralizzati, soprattutto per ciò che riguarda l’area finance. È una trasformazione che non riguarda solo la tecnologia, ma anche la strategia aziendale, così da ottenere un punto di svolta per ottenere efficienza, controllo e agilità.

In base a una recente indagine condotta da Everest Group su 200 CFO statunitensi, quasi la metà delle aziende ha centralizzato del tutto i propri processi finanziari e di contabilità sotto la gestione del team corporate. Questo significa che ogni decisione, operazione e analisi passa attraverso un’unica struttura centrale. Altre aziende, circa il 35%, adottano un approccio ibrido noto come modello “hub-and-spoke”. Qui un team centrale si occupa di definire politiche, procedure e strumenti standard, mentre le unità locali implementano tali direttive adattandole alle loro specificità. Solo il 17% degli intervistati opera ancora con modelli completamente decentralizzati, dove ogni unità gestisce i propri processi in autonomia.

Perché sta accadendo questo?

Il cambiamento verso modelli centralizzati non è solo una tendenza, ma una necessità. La gestione frammentata dei processi finanziari porta spesso a inefficienze, duplicazioni e difficoltà nel controllo dei dati. Al contrario, la centralizzazione consente di uniformare i processi, ridurre i costi, migliorare e velocizzare le decisioni.

Ma ricordiamo una cosa: la centralizzazione non sarebbe possibile senza il supporto delle tecnologie moderne. Automazione, analisi avanzata, intelligenza artificiale e machine learning stanno trasformando il modo in cui le aziende gestiscono le operazioni finanziarie. Questi strumenti permettono di automatizzare compiti ripetitivi (come la riconciliazione dei conti o l’elaborazione delle fatture), analizzare grandi volumi di dati per identificare trend, anomalie o opportunità di ottimizzazione, e ridurre il rischio di errore.

Il passaggio alla centralizzazione porta con sé diverse sfide che le organizzazioni devono affrontare. Una delle più comuni è la resistenza al cambiamento, alimentata dal timore che centralizzare significhi sacrificare la flessibilità. Tuttavia, un approccio strategico e ben pianificato può garantire l’agilità necessaria a livello locale, senza compromettere i vantaggi della centralizzazione. Anche la cultura aziendale rappresenta un ostacolo, soprattutto nelle realtà in cui prevale un approccio individualista. Superare questa mentalità richiede uno sforzo mirato, spesso supportato da attività di formazione e sensibilizzazione. Infine, i costi iniziali legati all’implementazione di nuovi sistemi o alla modifica di quelli esistenti possono sembrare scoraggianti, ma i ritorni a lungo termine rendono l’investimento non solo giustificato, ma anche strategico.

Dove iniziare?

Per le aziende interessate a esplorare i vantaggi della centralizzazione, è fondamentale adottare un approccio graduale e strategico. Consiglio spesso di iniziare da un’area mirata, come il procurement, poiché rappresenta una funzione cruciale e relativamente facile da ottimizzare. Anche interventi iniziali di portata limitata in questo ambito possono generare risparmi significativi, creando una base solida per ulteriori passi. 

Una volta che i benefici sono tangibili e il nuovo modello operativo si dimostra efficace, diventa più semplice ottenere il consenso per estendere l’approccio ad altre aree critiche dell’azienda. Funzioni come la gestione dei crediti, la contabilità fornitori e il budgeting offrono ampie opportunità per ottimizzare i processi, ridurre i costi e migliorare l’efficienza complessiva. Questo percorso incrementale non solo minimizza i rischi associati al cambiamento, ma consente anche di costruire fiducia e allineamento tra i diversi stakeholder aziendali.