Ecco perché una iPaaS, ovvero una piattaforma di integrazione dei dati as a service, un pacchetto software basato su cloud in grado di orchestrare e gestire i dati collegando le applicazioni esistenti, diventa un asso nella manica.
Facciamo un esempio pratico. Cosa è importante per le organizzazioni di oggi, che vogliono rimanere competitive in futuro? Elaborare strategie per colpire i clienti. Per farlo è necessario disporre di un set di dati affidabile e completo.
Ecco qui che entra in gioco l’iPaaS. Essa potrebbe integrare un database contenente le informazioni relative ai clienti, un’API che possa convertire un indirizzo in coordinate geografiche ed un servizio di terze parti che elabori le operazioni effettuate per mezzo di una carta di credito, così che gli utenti possano completare le attività in un solo step.
Questo tipo di piattaforma può interagire con i servizi già in essere in azienda, utilizzando protocolli e formati di dati standard. Possono filtrare e convertire i dati da un servizio all’altro, a seconda della necessità, proprio come un vero e proprio hub per il trasporto dei dati stessi.
Perché un CIO dovrebbe scegliere un iPaaS?
I tool iPaaS sono progettati per avere la capacità e l’agilità di gestire i protocolli di autenticazione recenti e l’ampia varietà di architetture più diffuse.
Il mondo è in cambiamento continuo, e per questo le organizzazioni si stanno dirigendo verso il multi cloud.
Quando differenti dipartimenti scelgono diversi sistemi di integrazione e gestione dei dati, possono verificarsi degli errori nella sincronizzazione, poiché potrebbero non essere in grado di integrarsi tra loro. Un iPaaS può collegare le applicazioni che sono in esecuzione in diversi cloud, sia pubblici che privati, in differenti data center aziendali, ma anche su hardware meno recenti. Questo permette alle organizzazioni di spremere il più possibile dalle applicazioni legacy.
Un’altro punto a favore è la capacità di integrarsi con le tecnologie di ultima generazione, come l’AI, il machine learning e la blockchain. Questo significa che un iPaaS può aggiungere funzionalità ai sistemi meno recenti utilizzando dei connettori, rendendo più semplice sfruttare anche quelle nuove.
Non solo. Potrebbe essere banale dirlo, ma è bene sottolineare anche il risparmio in termini di tempo e sforzi di codifica.
Alcune di queste piattaforme includono delle dashboard per tenere traccia dei progressi e creare nuove integrazioni. Questo approccio semplifica il processo di integrazione dei dati, abilitando anche i non sviluppatori di contribuire ed ai professionisti sviluppatori di creare servizi più rapidamente.
L’obiettivo delle organizzazioni moderne è quello di standardizzare le capacità di integrazione dei dati per sbloccare il valore e rendere le informazioni realmente utili.
Questa è l’opportunità per proiettarsi verso il futuro, fare il passo successivo nel percorso, ed accogliere e sfruttare tutta la potenza del crescente afflusso dati.
A differenza delle soluzioni tradizionali, le iPaaS possono garantire che l’intero stack lavori in sincronia, eliminando eventuali azioni manuali. Questo vuol dire che i processi saranno più accurati, che si ridurrà il margine di errore, aumentando allo stesso tempo l’agilità, fondamentale in un ambiente in continua evoluzione.
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