Skip to main content
I dati sono la risorsa più importante per ogni organizzazione ed essere data driven consente di rimanere al passo con i fattori esterni e proiettarsi con successo nel futuro. Prendere decisioni informate è imprescindibile per tutti, soprattutto quando si tratta di puntare ad un’alta profittabilità e ad una migliore soddisfazione del cliente.

Ma le organizzazioni come si possono armare di dati utili e usabili?

Spesso le organizzazioni si trovano a destreggiarsi tra due complessità: rapidità e fiducia sui dati. Ecco perché in questo articolo voglio parlarti di questi due fattori.

Partiamo sottolineando che questo concetto lo abbiamo detto più volte durante i nostri webinar sulla data integration, ma penso che non siano mai troppe: le informazioni devono essere tempestive così da ridurre il time to market ed essere disponibili per il processo di digital transformation.  

Secondo una ricerca di Forrester però, solo il 40% dei CIO forniscono la velocità richiesta: questo si traduce in una mancanza di dinamismo, sia si tratti di risposte da fornire ai team aziendali sia riguardi l’esperienza cliente.

Ma non solo. C’è anche un altro fattore da considerare quando si vuole essere un’azienda data driven: le persone che utilizzano i dati, si devono poter fidare di essi. Cosa significa? 

Secondo una ricerca di HBR, ben il 47% dei dati viene creato con errori critici che vanno a incidere sull’operatività e sulla qualità del lavoro. Essere veloci è fondamentale, ma non deve influire sulla correttezza dell’informazione.

Chi punta solo alla velocità in genere si ritrova necessariamente a dover soddisfare i propri utenti, restando nei limiti di tempo o di budget. Per farlo, talvolta gli sviluppatori integrano il codice manualmente al fine di ottenere risultati nel breve. Questo approccio nel lungo periodo potrebbe risultare errato, poiché non scalerebbe e non crescerebbe insieme all’azienda. 

Chi invece punta solo alla fiducia, e quindi alla qualità, spesso mette in piedi controlli troppo stringenti, severi e inflessibili, che possono ostacolare quella fluidità necessaria per competere nel moderno contesto economico: le organizzazioni troppo lente, rischiano di perdere opportunità e rimanere indietro.

Ma è necessario scegliere tra questi due paradigmi?

No: è possibile coniugare velocità e qualità senza scendere a compromessi che possono danneggiare l’azienda.  Il primo passo è portare trasparenza e accessibilità a tutti gli asset di dati ovunque: che sia all’interno di app aziendali, che in dati tradizionali che in cloud, è necessario predisporre un adeguato screening. Otterremo così una panoramica sulle origini e sui flussi in entrata e in uscita, rendendo i dati identificati, documentati e attendibili. Una volta che i dati sono sotto controllo, è tempo di sfruttarne il valore e fornire l’accesso a tutti gli stakeholder, coinvolgendoli ed evitando così eventuali colli di bottiglia. 

La creazione e il mantenimento dei dati di qualità richiede una gestione olistica che soprassieda l’intero ciclo di vita così da garantirne sia la conformità sia il livello di sicurezza, ma senza intercedere e limitare eccessivamente l’accesso e l’utilizzo dei dati.