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I CIO sono al centro della trasformazione aziendale, non solo perché sono responsabili della gestione dell’infrastruttura IT, ma anche dell’abilitazione strategica di queste tecnologie così da permettere all’organizzazione di crescere e rimanere competitiva. E quale elemento cruciale di questa strategia se non riuscire a costruire un buon profilo cliente con i dati?

Uno studio di Forbes ha rivelato che le aziende che utilizzano sistemi per gestire i dati registrano un aumento del fatturato del 41% rispetto a quelle che non lo fanno. E se a questo aggiungiamo la ricerca di IDC che evidenzia che utilizzare questi sistemi per decisioni di marketing riduce i costi del 23% in media, evidenziando una correlazione diretta tra il miglioramento delle capacità analitiche e l’efficienza aziendale.  

Per i CIO, questa è un’ulteriore conferma dell’importanza di centralizzare i dati provenienti da fonti eterogenee. I data lake offrono una piattaforma flessibile e scalabile per archiviare e gestire grandi volumi di dati strutturati e non strutturati. Questo consente alle aziende di analizzare informazioni chiave in tempo reale e migliorare la capacità decisionale in vari ambiti, dal marketing alle operazioni, con un accesso rapido a dati grezzi e complessi che possono essere trasformati in insight significativi.

Tutto questo si amplifica ulteriormente in quanto viviamo in un contesto in cui la Customer Experience è fondamentale. Per fare un’ulteriore citazione, secondo Gartner, le organizzazioni che sfruttano i dati comportamentali dei clienti per orientare le strategie di marketing possono aumentare la propria redditività fino al 15%.

Per costruire buoni profili dati dei clienti, la chiave è partire da una comprensione approfondita dell’ICP – Ideal Customer Profile – e poi arricchirlo costantemente con dati aggiornati. Il pubblico di destinazione può darti una visione macro, ma l’ICP è il vero cuore della strategia: lì dentro ci sono i clienti che davvero spingono i risultati e che devi comprendere in modo dettagliato.

Facciamo un esempio pratico. Pensiamo a un CIO che collabora con il team commerciale e deve partire dai demografici. È essenziale raccogliere informazioni comportamentali, come interazioni passate con i prodotti, feedback, pattern d’acquisto e persino il ciclo di vita del cliente. 

Per esempio, un cliente che interagisce frequentemente con contenuti su un sito, ma non converte, potrebbe richiedere un diverso approccio di engagement rispetto a chi ha già completato più acquisti. In questo senso, costruire buoni profili non significa solo accumulare dati, ma sapere quali dati contano e come utilizzarli per migliorare e rendere più efficace la comunicazione e la personalizzazione delle offerte.

Un aspetto tecnico apprezzato è la capacità di sfruttare le API per connettere diverse fonti di dati. Pensiamo anche solo per un momento la quantità di informazioni che provengono da social media, CRM, piattaforme e-commerce e sistemi ERP: come potrebbero essere gestite tutte a mano? Le API diventano un “collante” che permette alle diverse piattaforme di dialogare tra loro. Questo processo di integrazione automatizzata consente alle aziende di ottenere una visione più completa e dettagliata dei propri clienti, superando i classici silos informativi e riducendo la necessità di processi manuali che spesso rallentano il flusso di informazioni e portano a inefficienze.

Altro plus non trascurabile, è che man mano che le esigenze dei clienti evolvono e vengono introdotti nuovi touchpoint (come nuove piattaforme social o strumenti di analisi), le API possono essere aggiornate o sostituite senza dover rifare l’intera infrastruttura tecnologica. Questo tipo di flessibilità è cruciale per i CIO, che devono sempre trovare un equilibrio tra innovazione e continuità operativa.

Costruire buoni profili dati dei clienti significa partire da un ICP chiaro e ben definito, e poi perfezionarlo con informazioni continue e precise. Questo perché un profilo cliente ben strutturato non solo supporta decisioni aziendali più precise e puntuali, ma diventa anche il motore per una strategia di crescita sostenibile, in grado di rispondere alle vere esigenze attuali in cui l’azienda è immersa.