Il settore IT è un mondo affascinante, ricco di opportunità ma anche di sfide, soprattutto per noi donne. Non è solo un luogo comune e ritengo che sia importante (molto) parlarne. Perché? Perché ogni donna che entra in questo settore non porta solo competenze tecniche, ma anche prospettive diverse che spesso fanno la differenza. Eppure, il percorso non è sempre semplice. Dobbiamo spesso affrontare stereotipi, dimostrare il doppio delle nostre capacità e conquistare la nostra credibilità in contesti che, in alcuni casi, non sono ancora del tutto inclusivi.
Ma nonostante tutto, ci sono donne straordinarie che stanno cambiando le regole del gioco. Donne che non hanno timore di esprimersi, che innovano, guidano team, creano soluzioni che migliorano l’operatività. Come responsabile marketing e donna, credo che sia importante condividere queste storie, perché ogni testimonianza può ispirare altre a credere in sé stesse.
In questo articolo, vi racconto le esperienze di Elisa Pedretti, Rosa Milone e Maria Colombo, tre professioniste che hanno costruito la loro carriera nel mondo dell’IT.
Non importa se sei già nel settore o se ci stai pensando: questa intervista è la prova che possiamo rompere barriere, innovare e, soprattutto, dimostrare che il mondo della tecnologia è anche il nostro. Perché sì, we can do IT! 😉
1. Puoi raccontarci qualcosa su di te e sul tuo percorso professionale? Come sei arrivata a lavorare nel settore IT?
Elisa: “Mentre stavo concludendo il mio primo stage lavorativo, dopo la laurea in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, ho ricevuto un’opportunità lavorativa da un’importante società di consulenza informatica. Ho pensato di provare a buttarmi in questo mondo, nonostante prima non lo avessi preso in considerazione, e da quel momento sono passati 8 anni. Mi sono occupata principalmente di Business Intelligence, sviluppando competenze su diversi tool come Tableau, Power Bi e Cognos.”
Rosa: “Il settore dell’informatica mi ha appassionato da sempre. Sin da adolescente ho sempre avuto una particolare propensione verso questo mondo che io ritenevo e ritengo tuttora affascinante. Questo è il motivo per cui all’età di 21 anni ho partecipato al corso regionale finanziato dalla Regione Lombardia. In seguito, il campo informatico mi ha permesso di entrare nel mondo del lavoro permettendomi di crescere ed avere sempre maggiori opportunità lavorative.”
Maria: “Lavoro nel settore IT da circa 25 anni. Ho iniziato come sviluppatrice software e, nel tempo, ho ricoperto anche diverse mansioni legate alla gestione di progetti e team di sviluppo.
L’indirizzo informatico è stata una scelta fatta “da adolescente” ai tempi delle superiori in quanto la materia mi piaceva particolarmente. Ho poi avuto la fortuna di entrare subito nel mondo del lavoro grazie ad un professore che ha cercato nelle liste dei neo-diplomati di quell’anno delle figure da inserire in una società IT appena nata.”
2. Com’è lavorare in un team tecnologico in cui le donne sono spesso in minoranza? Quali sono state le sfide principali che hai affrontato?
Elisa: “Lavorare in team in cui le donne sono spesso in minoranza può essere una sfida iniziale, ma è anche un’opportunità per fare la differenza. Personalmente, ho avuto la fortuna di lavorare in ottimi gruppi di lavoro, in cui ci sono sempre stati collaborazione, rispetto reciproco e supporto. Una delle sfide principali che ho affrontato è stata quella di dover dimostrare ai clienti che essere giovane e donna non significa valere meno. In alcuni contesti, può esserci la tendenza a sottovalutare le capacità, a causa di stereotipi legati al genere o all’età. Tuttavia, queste difficoltà mi hanno spinto a lavorare ancora di più per affermare la mia competenza e il mio valore. Ho imparato a non farmi scoraggiare e a trasformare ogni ostacolo in un’opportunità per dimostrare che sono in grado di contribuire in modo significativo ai progetti. Credo che, con il tempo, sia possibile dimostrare concretamente che la competenza e la passione non dipendono dal genere. La chiave è continuare a lavorare insieme, valorizzando le diversità e creando un ambiente in cui tutti possano crescere e contribuire al meglio.
Rosa: “Si parla spesso di donne “condizionate” in ambito lavorativo a causa delle decisioni familiari. Sul posto di lavoro spesso la donna è costretta a scegliere tra famiglia e lavoro. Io, personalmente, posso solo parlar bene delle opportunità che mi sono state date in quanto donna e in quanto mamma. Il team di cui faccio parte, i miei colleghi in generale, mi hanno sempre supportata nelle mie decisioni e non mi sono mai sentita condizionata in tal senso. Ho affrontato due gravidanze e in entrambi i casi mi sono state date tutte le garanzie previste del caso.”
Maria: “Per molti anni sono stata, non solo in minoranza, ma l’unica donna dei team in cui ho lavorato. Però a dire il vero, dall’esperienza che ho fatto posso dire che, uomini o donne, la differenza vera la fa soprattutto il carattere e lo spirito di lavoro in team delle persone. Ho lavorato benissimo sia con uomini che con donne che avevano l’educazione e la volontà di far funzionare il lavoro di squadra “remando” tutti nella stessa direzione. Di contro, ho lavorato in maniera totalmente pessima sia con uomini che con donne che avevano solo la presunzione di far valere la propria posizione.”
3. Ci sono episodi o progetti specifici che ti hanno fatto sentire particolarmente orgogliosa del tuo lavoro?
Elisa: “Sono orgogliosa del mio lavoro ogni volta che riesco a portare a termine un lavoro, un task o un progetto nonostante le difficoltà che si sono presentate.”
Rosa: “Negli anni sono sicuramente tanti i progetti a cui ho partecipato in maniera attiva che mi hanno dato senso di responsabilità. Cronologicamente parlando, un progetto con un grande retailer ancora in essere, è quello più importante e mi sta permettendo di formare gli ultimi colleghi che fanno parte del mondo Axiante. Da questo punto di vista, avere la responsabilità della formazione di altre persone è una cosa che mi dà un grosso senso di orgoglio e di appartenenza.“
Maria: “C’è stato un periodo in cui ho svolto la mansione di team leader in un ufficio IT composto da diversi gruppi. Al di là dei progetti gestiti, la cosa di cui vado orgogliosa è di essere entrata in empatia con ogni singola persona dei team che ho seguito, capendo come relazionarmi con loro e ascoltando i loro pensieri e le loro difficoltà (non solo lavorative). Il riscontro positivo da parte di tutti loro sul fatto di lavorare con me mi ha reso molto contenta.”
4. Come descriveresti l’ambiente lavorativo nella nostra azienda? Quali caratteristiche lo rendono stimolante e inclusivo?
Elisa: “L’ambiente lavorativo nella nostra azienda è accogliente e stimolante. C’è un forte spirito di collaborazione e innovazione, dove ogni membro del team ha l’opportunità di esprimere le proprie idee e contribuire al successo dei progetti. L’inclusività è una delle caratteristiche principali: ognuno viene valorizzato per le proprie competenze e unicità, senza distinzioni. Credo che una cultura aziendale che promuova la fiducia e la parità di opportunità sia cruciale, e sono felice di far parte di un ambiente che incoraggia tutti a dare il massimo, senza limiti legati al genere o all’età.
Rosa: “Il senso di squadra all’interno dell’azienda è molto presente e incisivo in maniera assolutamente positiva. In questi casi, a mio parere, spirito di sacrificio e grande spirito di collaborazione danno un pieno senso di appartenenza”
Maria: “Nella nostra azienda il clima è molto disteso e ritengo che esista una vera concezione di team e di obiettivi da raggiungere insieme. Questa è la base per lavorare serenamente anche nei momenti più difficili.”
5. Quanto è importante, secondo te, avere maggiore rappresentanza femminile nel settore IT? Quali benefici porta al team e ai progetti?
Elisa: “Avere una maggiore rappresentanza femminile nel settore IT è fondamentale. La diversità di genere porta nuove prospettive, idee fresche e soluzioni innovative. Quando il team è composto da persone di background diversi, si crea un ambiente più creativo e versatile.”
Rosa: “Personalmente la formula migliore è quella di puntare sulle persone giuste con ampio senso di responsabilità a prescindere dal sesso di appartenenza. L’importante è avere persone affidabili su cui poter contare. Ognuno ha le proprie peculiarità all’interno di un’azienda ma l’obiettivo finale deve essere comune e condiviso da tutti. “
Maria: “Penso che la presenza femminile possa aiutare a rendere “più dolce” l’ambiente e a dare un punto di vista che sicuramente è diverso rispetto a quello maschile. Più idee e diverse, quando condivise ed elaborate in egual modo, non possono far altro che migliorare il risultato del progetto.”
6. Che messaggio vorresti trasmettere alle giovani donne che stanno valutando una carriera nel campo tecnologico?
Elisa: “Il settore informatico è un mondo ricco di opportunità ed è aperto a tutti, indipendentemente dal genere. Non farti fermare dai preconcetti o dalle difficoltà iniziali: se ti appassiona risolvere problemi, imparare sempre cose nuove e fare la differenza, allora questo è il posto giusto per te.”
Rosa: “Mi sento di dare un messaggio ai giovani in generale, ai quali dico solo di farsi apprezzare da tutti in ambito lavorativo. Bisogna puntare sull’onestà e sullo stare sempre a disposizione dei colleghi da cui poter imparare qualcosa (anziani o giovani che siano perché tutti ci possono insegnare qualcosa). Farsi conoscere per quello che valgono perché il loro valore prima o poi viene riconosciuto. Avere sete di conoscenza permette una crescita sia a livello personale che a livello poi aziendale. “
Maria: “Sicuramente ci si troverà in minoranza, ma questo non significa che non si possa avere voce in capitolo o essere in qualche modo discriminata. Credo che la cosa più importante sia dire sempre la propria opinione senza avere paura di sbagliare o di essere fuori contesto. Il resto poi dipenderà dalle persone che si incontreranno nel percorso professionale e come ci si pone con esse.”