Cercano, si aspettano, pretendono quella che possiamo definire come un’esperienza integrata.
Questo tipo di esperienza si basa sui dati, che si intrecciano per fornire delle informazioni che provengono dall’intero ecosistema delle applicazioni e che si collegano a quanto crea fedeltà e fiducia per gli utenti.
Ecco perché la capacità della tua infrastruttura IT di fornire questi dati è fondamentale per la sopravvivenza della tua organizzazione.
Quando prima si parlava di integrazione, ci si riferiva a quelle attività indirizzate a collegare dati e processi da sistemi e database, in modo che potessero far funzionare tutto in modo coerente. Possiamo però considerare questa visione vecchia, in quanto era in grado di produrre esperienze frammentate poiché si basava su un unico punto di vista. Ogni divisione aveva a disposizione il proprio set dati, che non condivideva con gli altri. Questo tipo di approccio poteva portare ad esempio a dover richiedere allo stesso cliente più volte le stesse informazioni, producendo una sorta di frustrazione per lui.
Informazioni di ogni tipo, integrazione e interazione devono essere unificate, così che l’utente possa essere realmente connesso a quanto desidera.
Possiamo quindi dedurre che quando un’organizzazione riesce ad offrire esperienze integrate, può arrivare a semplificare e migliorare le loro vite, generando di conseguenza fiducia e loyalty.
Purtroppo non è semplice.
Costruire esperienze integrate è complicato, e le sfide che ne derivano sono davvero difficoltose.
Lo sentiamo spesso: i dati sono ovunque. Ed è proprio per questo che diventa sempre più arduo prepararli a questo scopo. Esistono sistemi shadow, a seguito forse di fusioni o acquisizioni aziendali, che hanno creato una molteplicità critica di scenari IT, oppure la concezione che lo sviluppo delle applicazioni sia un insieme di competenze differente. Questo si traduce con dei team diversi che si occupano della preparazione dei dati e connessione delle applicazioni, rispetto a quello che le sviluppano.
Inoltre molti strumenti legacy che operano in silos sono lenti, e non sono stati progettati per creare esperienze integrate.
Ribadiamo perciò quanto sia essenziale disporre dei dati. Bisogna essere in grado di trovare, aggregare e connettere dati di qualità, qualsiasi sia l’origine, sia che sia cloud che sistemi shadow. Ecco perché c’è bisogno di una pervasive connectivity, una tecnologia che si possa collegare non solo alle app e ai database di sistema, ma anche ai dispositivi e ai processi.
La pervasive connectivity è un buon punto di inizio: riuscire a comprendere le connessioni tra applicazioni, sistemi e qualsiasi endpoint consente di massimizzare il valore degli stessi. Questo tipo di connessione unifica tutti i tuoi endpoint per creare una rete senza interruzioni e che soddisfa l’intera organizzazione, i clienti e i partner.
Abbattere i silos
Questo consente di abbattere tutti i silos, sia che siano in locale che in cloud, così da sbloccare la produttività e di avere una visione completa degli utenti, così da anticipare le loro aspettative e produrre un’esperienza migliore e differenziata.
Avere a disposizione i dati offre infatti una vista globale, edge-to-core, che si traduce in una panoramica affidabile, completa ed aggiornata delle interazioni, delle preferenze e del comportamento degli utenti, fondamentale per creare un’esperienza degna di nota.
Per concludere, tutto questo fornisce la visibilità delle informazioni meno note o addirittura sconosciute, così da tramutarle in qualcosa di utilizzabile.
Scegliere la giusta data platform diventa un’azione essenziale per tutti, che ti consente di accelerare e semplificare le attività per unificare dati, sistemi, applicazioni, processi e persone in tutta la tua organizzazione.
E tu, cosa stai aspettando?
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